TURISMO – un giorno in Lucania…

Matera: un dono per Gaia (2)

 

Sono tornata nella bella città lucana, patrimonio dell’ Umanità, dopo molti anni.

Il primo pensiero su tale significativa residenza era stato dettato dai ricordi fermi nella mia mente e nel mio cuore, dall’ ultima visita.

Nell’ Oggi sono stati resi più reali , più coinvolgenti.

E’ sera quando giungo presso uno dei tanti “affacci”, per vivere il Sasso Barisano.

Non sono molti i turisti ma tutti , al mio pari , vengono rapiti dallo strano magnetismo che tali costruzioni emanano , avvolgendo lo spettatore, penetrando in esso.

Una sensazione forte e tenera al contempo che mi lascia attonita ed immobile nell’ ammirare quell’ insieme di costruzioni ove i vari livelli sembrerebbero essere una tradizionale realtà urbana come si può evidenziare in molti centri arroccati lungo i crinali dei colli.

Ma…….

Dopo un più attento esame si percepisce in tutta la sua complessità , la reale struttura che rende sì magico il Sasso Barisano

( etimo di incerta origine ) .

E questa convivenza così stretta che rende il paesaggio compatto , quasi fosse una sola dimora , paragonabile ad un gigante che non incombe sul visitatore ma lo avvolge in un abbraccio tenero eppur forte , deciso come le braccia dell’ innamorato che racchiude la sua amata con la tenera forza dell’amore.

E’ un messaggio vivo , quasi telepatico che raggiunge tutti i sensi degli astanti .

Le luci poste ad illuminare tale realtà contribuiscono a rendere le sensazioni ancora più magiche .

A stento riemergo da questo sogno , ma non del tutto , la magia continua quando mi inoltro tra le vie del Sasso.

Le stradine strette , pulitissime , rese ancora più suggestive dalla scelta delle luci dei lampioni che sottolineano , nascondono e rendono luminosa la pavimentazione resa quasi preziosa come il marmo , grazie alla molta frequentazione.

Il silenzio non incombe , ma difende quelle vetuste mura che narrano , in assenza di rumori , il loro andar nel Tempo.

Se la luce artificiale dei lampioni rende ancor più suggestivo il cammino per il Sasso, il giorno non riduce la magia , la rende solo diversa.

Il mattino che si era annunciato con una nebbia bianca che , pur lasciando intravedere il sole poteva anche trasformarsi in pioggia , mi regala un sole quasi estivo .

La visita diurna di tale patrimonio conferma la magia della sera , rivelandomi particolari : qualche scorcio della gravina che si intravede da un vico , una cisterna che serviva per il vivere quotidiano , sita all’interno della dimora , la cortesia e l’ospitalità dei rari abitanti .

Ancora una volta questo sito doveva , affascinarmi , stupirmi.

Come ho già accennato , Matera annovera non solo il Sasso su descritto, ma anche il Sasso Caveoso costituito da caverne distribuite lungo la parete rocciosa che si erge , a strapiombo su una valle fluviale in fondo alla quale scorre il torrente Gravina.

Il Sasso Caveoso fu scelto come abitazioni e luogo di culto dai frati greco -ortodossi che non si limitarono ad antropizzare il sito , bensì adornarono le pareti di tali grotte con immagini religiose nello inconfondibile stile pittorico.

Vernissage che ,se pur datato , non ha certo perso il Suo fascino attraverso i mille anni di Storia che essi hanno percorso.

Volendo ammirare in uno sguardo d’ insieme le due realtà , mi reco in località Murgia Timone , un pianoro ove il paesaggio dei Sassi sembrerebbe quasi nascosto ; infatti si intravedono solo le “dimore “ del Sasso Caveoso poste nella zona alta della Murgia ed il Sasso Barisano rimane nascosto ai miei occhi .

Per poter gioire della vista globale di questo unico e suggestivo Patrimonio dell ‘ Umanità , devo attraversare un prato di asfodeli , alle cui basi si possono ammirare moltissime specie della macchia mediterranea erbacea originaria quale tarassaco , malva che donano un aspetto variopinto al sentiero che mi conduce sull’ orlo della rupe , dalla quale ammiro un paesaggio , talmente suggestivo da suscitare in me profonda commozione.

Non so quanto sono rimasta davanti a tale quadro ; il Tempo si era fermato.

In fondo alla valle correva ,verso il mare, la Gravina .

Carolina Benincasa

Cz 30-03-2007

Autore

Tony Marchese

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