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Squallido pareggio in Sicilia. Il Catanzaro si appresta a concludere in modo anonimo il proprio campionato
di Giuseppe Mangialavori

Un tempo (campionato 2001/2002 di C2) il Catanzaro di Morgia (con Mancuso alla presidenza e Poggi suo vice) si recò a Campobasso. Circostanze e frangenti erano diversi, e il Catanzaro, pur essendo passato in vantaggio, concluse la gara in malo modo. Il Foggia, all’epoca era l’unica squadra antagonista e pur non facendo sfracelli, conquistò l’ultimo posto utile per accedere ai playoff.

Diciamo subito che il paragone non regge. Non regge per le circostanze, per il contesto che era diverso, per le cause del flop finale che sono diverse, ma l’output è identico.

 

All’epoca si sarebbe potuto e dovuto di più, ieri in terra sicula lo stesso. I toni arrendevoli e di estrema sufficienza a soli tre punti dal quinto posto, non ammettono attenuanti e la condanna è totale  per tutti, nessuno escluso. La mancanza di volontà da parte di chi avrebbe potuto e non ha voluto, suona come ulteriore beffa da apporre alla già copiosa collezione della tifoseria giallorossa. Un altro anno che se ne va. L’ennesima cosiddetta e tanto amata prrrrrrrrrrrrr…rogrammazione  per il prossimo campionato sarà il tema più gettonato dei prossimi giorni. Questo è interessato… quell’altro ha chiesto di far parte… dice che quell’imprenditore ha detto che se…ma   forse, ma nooooooo… la mia fonte è certa… è sicuro che n’ci dissi… mi dissi ca… (si chiede scusa per la forma dialettale) … quelli vogliono Bueno… quegli altri hanno fatto un’offerta per Morleo… questo lavoro non va gettato tutto… bisogna costruire sulla base dei più bravi e fare solo qualche modifica all’organico già in essere…– e così via dicendo. Le solite castronerie che seguono ad annate come questa.

 

Chi scrive si scusa per l’atteggiamento schizofrenico, ma anche la santa pazienza ha i propri limiti! Ci è stato mostrato quello che sarebbe potuto accadere e non è accaduto. La rinascita flash non è stata figlia del caso. Avremmo preferito si raggiungesse una salvezza sofferta con un rendimento di mediocrità costante, invece ci hanno mostrato il sole per farci ripiombare nelle tenebre.

Si ricorda e si sottolinea in questa sede che gli anni rimasti per l’attuazione del “nuovo progetto”, sono scesi a quattro… e comunque sia andata, si ringrazia chi ha mantenuto il nome “Catanzaro” nell’ambito del professionismo seppur senza raggiungere l’obiettivo che si era posto: il raggiungimento della zona playoff.

 

Ad un certo punto della stagione i più pazzi come chi scrive, si erano illusi di poter addirittura accedere alla C1 dalla porta principale, ma si erano dimenticati che, sia si tratti di U.S. oppure F.C., il risultato non cambia e non è cambiato neanche quest’anno.

E a proposito di “U.S.”, ci si augura che la disputa dell’acronimo che rasenta il ridicolo, si concluda al più presto a vantaggio dei più fervidi puristi.

 

Di Barcellona Pozzo di Gotto, è meglio non parlarne. Una squadra che lotta per i playoff e che si chiama “Catanzaro” non può permettersi il “lusso” di snobbare in  questo modo l’ultimo treno utile per nutrire le speranze delle “Aquile”. Paradossalmente da quando mister Domenicali ha avuto a disposizione Bueno e si è intestardito con il modulo che vede il solo argentino come punta, le segnature giallorosse sono andate a picco. L’assenza del bomber, nelle precedenti uscite aveva garantito una partecipazione maggiore alla manovra offensiva da parte di tutti i ragazzi, vuoi per il lato motivazionale che per quello dei risultati. Ma questo è solo un aspetto dei mille che hanno causato l’ inaspettata involuzione del gioco.

Il Benevento, più che mai lanciato all’inseguimento di Ripa &C. il prossimo avversario dei giallorossi. Speriamo di non dover fare una scorpacciata delle nostre mani per un’eventuale sontuosa quanto tardiva prestazione  di queste Aquile votate al perenne “cucù”.

La serie C (c2 oppure c1, non cambia), richiede degli sforzi economici che non si sposano con riscontri subitanei. La serie B e la A sono altra cosa…! Dove vuole andare questo Catanzaro? Dove approderà il protezionismo catanzarese?

Chi dovesse essere interessato ad investire per un vero progetto serio, non si limiterà mai a investire e basta. Vorrà, pretenderà di avere qualche bottone di comando nella società. La moda del “tu investi i soldini, io comando il giocattolo”, oramai ha fatto molti danni sia nella sostanza che all’immagine del Catanzaro. Le risposte le avremo a breve. Longo ha lasciato? Lascerà? Chi al suo posto? Chi dei papabili, eventuali sostituti?

 

C’è tutto il tempo per costruire. Ci sono i fatti che parleranno. Il termometro della situazione? Gli eventuali rifiuti da parte di qualcuno dei “contattati”. Se avranno una macchina da guidare con tanto di benzina assicurata, non ci saranno rifiuti. Se al contrario si procederà alla solita, vecchia filosofia del… “tiriamo a campare, e se poi ci saranno dei risultati positivi… saranno tali per tutti…”, allora continueremo a volare basso.

 

Una preghiera va da questa sede a chi di competenza. Nel ringraziare per gli sforzi prodotti, lodevoli anche se i risultati non hanno accompagnato le difficoltà incontrate nel percorso,  si implora la Società “F.C. Catanzaro” di non condire di eccessiva diplomazia la propria comunicazione e di non fare gli stessi errori della stagione in corso, frutto del noviziato.

 

Si parlasse chiaramente con la Tifoseria che poi è quella che sostanzia nei fatti l’esistenza di questo glorioso vessillo troppo a lungo relegato ai margini del professionismo. Si aprissero le porte ad investitori catanzaresi e, soprattutto non catanzaresi, relegando i venditori di fumo e tutti coloro che orbitano vicino alla Società per fini che mal si sposano con il bene della stessa, ai margini della città.

 

Si vuole disputare un campionato 2007/2008 che abbia come meta la permanenza in C2? Non c’è nulla di male, ma lo si dicesse chiaramente. Si vuole arrivare al salto di categoria? Lo si dimostrasse con una programmazione seria. I misteri, i “casi”, i contratti fatti e non fatti, i transfert non arrivati, le sei vittorie consecutive e le magre figure come quella di ieri, mal si sposano con il professionismo e anche con il dilettantismo, perché la cosa che in qualsiasi contesto si dovrebbe salvare è la dignità.

 
Da questa testata si offrirà (come sempre) la massima collaborazione per l’esternazione solo ed esclusivamente della verità, sia essa amara o dolce, non importa. Ma il rispetto delle parti sarà basilare per costruire qualcosa di importante. Chiarezza please!
 

Giuseppe Mangialavori

 
 

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Giuseppe Mangialavori

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