Bar Mangialavori

AVANTI AQUILE

Inatteso stop dei giallorossi al cospetto di un pubblico ritrovato.
di Giuseppe Mangialavori

Una settimana di attesa, diretta RAI tre, interviste speciali, forum sulla violenza con interviste allegate a dirigenti che si sbaciucchiano telefonicamente e discorsi in fotocopia sulla violenza e il buco dell’ozono… e tutto questo come prologo al derby di C2 Catanzaro-Lamezia. Per fortuna il derby ha avuto luogo senza note di cronaca. La V. Lamezia ha battuto di misura il Catanzaro, grazie ad un calcio di rigore trasformato da Sergi.

 

Le Aquile steccano al settimo appello alla vittoria. Poteva succedere ed è accaduto. Gara brutta oltre le previsioni più pessimistiche. Pessimo l’approccio, con un primo tempo incolore che ha visto una netta supremazia territoriale degli ospiti. Sembrava che le gambe di Botticella e compagni fossero appesantite dal piombo. Baricentro troppo arretrato, tutti i palloni conquistati a centrocampo soprattutto da capitan Coppola non sono stati sfruttati al meglio. Il Lamezia, soprattutto nel primo tempo ha fatto più volte capolino dalle parti di Botticella. Giunti a centrocampo, i giallorossi si sono affidati a lanci senza senso lungo le fasce (puntualmente rintuzzati dagli avversari) e non hanno costruito gioco come nelle precedenti gare. E a proposito di gare precedenti, nella seppur vittoriosa partita di Rende, il gioco espresso aveva dato cenni di una involuzione che nell’occasione si era attribuita all’aspetto troppo agonistico del match. Questa involuzione ha trovato la massima espressione (si spera che non accada più) nell’incapacità di reagire da parte degli uomini diretti da Domenicali, anche nella seconda frazione della gara .
 
E che dire dell’allegra compagnia capeggiata dal Sig. Palazzino coadiuvato dal parmigiano Panciroli e dal modenese Melloni? Tranne qualche marcatura di troppo a centrocampo (destinatario Cunzi), e una conduzione di gara appena mediocre, ha badato soprattutto a scontentare “quasi”… tutti (chiedere a Coppola che già dopo il primo fallo commesso, rischiava la sedia elettrica…. e per i falli subiti?).

 

Ma ci si trova in C2, in una men che mediocre C2 (gli arbitri non fanno eccezione), tanto e vero che se ieri la (bruttissima) gara fosse finita sul nulla di fatto, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. E i sei successi consecutivi? Gia dimenticati? Assolutamente no. Il grande successo che ieri ha ottenuto il Catanzaro è stato quello (per nulla trascurabile) di vedere una Massimo Capraro finalmente degna del suo glorioso passato. Un abbraccio quello della tifoseria giallorossa, sostanzioso e genuino che certamente avrebbe meritato di essere bagnato con un altro risultato. E invece no. Forse questa è un’ennesima prova di maturità e di appello che non verrà tradito.

 

Se una rondine non fa primavera, ma sei contribuiscono a reincendiare gli animi, così un fulmine non per forza dovrà essere preludio dell’invero…anzi proprio il contrario.

Tra le scusanti addotte dal durissimo DG Longo, quella di condizioni fisiche approssimative e di bacchettate “ad personam”. Ma lo stile Longo non lo scopriamo oggi e se sia un disvalore o una qualità, questo lo diranno i fatti. Sono sempre questi ultimi gli unici testimoni che contano.

 

Domenicali, capo chino, ha recitato un mal celato “mea culpa”. Il tecnico dovrà fare tesoro soprattutto di questa sconfitta. Attacchi influenzali e gambe a parte, i giocatori sembravano storditi, tesi oltre il consentito. Tra le concause quella di una pressione psicologica che è stata determinante più delle precarie condizioni fisiche. Tutto ciò non depone bene e va corretto alla svelta. Il reparto avanzato è rimasto pericolosamente isolato dal resto del gioco tanto è vero che lo stesso Siclari, più di una volta si è “impallato”  con Wahab (quest’ultimo molto impreciso nei suggerimenti ai compagni) arretrando a centrocampo.

 

Nella ripresa ci si aspettava un atteggiamento diverso, ma la musica non è cambiata, anzi è peggiorata e con il rigoretto (cercato e astutamente trovato) della domenica, Sergi regala al Lamezia la prestigiosissima affermazione nientepopodimenochè al Nicola Ceravolo!

 

Domenicali dovrà lavorare molto per evitare pericolose marce del gambero. I playoff sono ad un tiro di schioppo e se ieri le Aquile avessero centrato il settimo successo, si sarebbero trovate addirittura a –5 dalla vetta! Ma con i “se” , i “ma” e la prosopopea degli espertissimi di calcio pronti a crocifiggere questi ragazzi per l’inatteso stop, non si va da nessuna parte. Il Catanzaro si lecca la ferituccia e pensa al futuro, magari ad una rivincita in una possibilissima finale playoff… Nella vita mai dire “mai”, tutto è possibile.

 

Per la prossima si consiglia ai supporters di non dimagrire troppo, oppure di passare alle vecchie bretelle, forse i gli indumenti resteranno al proprio posto e così si potrà accedere al Ceravolo senza correre il rischio di “perdere” i pantaloni. I controlli pre-gara sono stati improntati a verifiche ispettive come se i tifosi dovessero imbarcarsi per un volo destinazione New York. Scherzi a parte, o in questo caso cinture a parte, Domenicali dovrà fare tesoro dei suoi errori interpretativi e continuare con la stessa convinzione che ha permesso ai suoi ragazzi di affrontare gli avversari con il giusto spirito. Guai a mollare o abbassare la tensione, guai a ingenerare pressioni stupide da parte della tifoseria che dovrà partecipare con la stessa serenità e voglia che sono finalmente rinate e non possono essere messe in discussione da una singola stecca…

 

Il piglio dovrà essere diverso, quel piglio che ha permesso a Domenicali di ribattere a qualcuno… che del pareggio non avrebbe saputo cosa farsene, ma alla prossima puntata, il centrocampo dovrà avere un’altra personalità e un’altra convinzione, insieme a tutto il collettivo catanzarese che ancora può e deve dire molto in questo campionato. Tanto per riprendere l’invito ottimamente espresso dalla Capraro: non è successo nulla, ancora c’è tutto il tempo per rimediare. Volere è potere. AVANTI AQUILE!

 

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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