Storie di tutti gli anni

Il tempo passa ma continua inesorabile l’involuzione delle Aquile.
di Giuseppe Mangialavori

L’ennesimo appuntamento, l’ennesima “sola” e la delusione adesso si taglia a fette. Un Catanzaro double-face che si arrampica sugli specchi per non continuare nella strada intrapresa da qualche tempo a questa parte e come cornice il silenzio assoluto. Non è una novità, ma una colonna sonora che ritma la danza del gambero che sta accompagnando il Catanzaro e tutto l’ambiente (Dirigenza compresa). E’ già trascorsa una buona fetta di campionato e nessuno si permette di fare il resoconto di quanto accaduto.

 

Le società facenti parte della Lodopetrucci’s history, e soprattutto quelle con un certo blasone, hanno preso la bicicletta sapendo di dover pedalare alla grande. Al Lodo non si accede per sopravvivere nella categoria nella quale si sprofonda, ma il pronto riscatto dovrebbe essere strumentale sia al riavvicinamento dei più perplessi, che ad una fattiva ripresa dell’immagine e del nome che si porta. A Catanzaro, nulla. L’attuale Amministrazione Comunale, principale “sponsor” dell’attuale dirigenza tace, la tifoseria disorganizzata soffre di mutismo cronico e quella “libera” non trova la forza per canalizzare le voci disperse che affannosamente cercano di trovare una soluzione al problema. Allora? Dobbiamo proprio rassegnarci? Dobbiamo vedere il Catanzaro lottare per la salvezza? Era questo che intendeva chi ha preso in mano la situazione quando parlava di “pronto riscatto”? Era questo che intendeva chi ha fondato una sontuosa S.p.A. benedetta da Papa Olivo XVI e da qualche suo cardinale…?

 

La situazione attuale non è da addebitare solo alla Società. Il sottoscritto più volte si è affannato a difendere l’F.C. Catanzaro 2006 e a riconoscere l’impegno di coloro che hanno permesso al Catanzaro di esistere (seppure in C2), ma ora urgono correttivi urgenti se non si vuole passare al guinnes dei primati per ragioni negative. L’attuale dirigenza ha sbandierato ai quattro venti le proprie potenzialità economiche (i famigerati tre milioni di euro come inizio) senza sapere che forse i risultati sul campo e un organigramma degno di questo nome sarebbero stati più opportuni dei capitali (virtuali o reali a questo punto non si sa) della nenonata S.p.A.

E intanto il tempo passa e passerà anche quest’anno (speriamo di no) con propositi di pronto riscatto…

 
Storie di tutti gli anni,
vecchi discorsi sempre da fare,
storie ferme sulle panchine
in attesa di un lieto fine;
storie di noi brava gente
che fa fatica, tifa con niente,
vita di sempre, ma in mente grandi idee.
Un anno in più che se ne va
un orologio fermo da un’eternità
per tutti quelli così come noi
da sempre in corsa, sempre a metà;
un anno in più che passa, ormai,
con questo amore che non è grande come vorrei.
 

Come aveva ragione Riccardo Fogli, e come bene si abbinano le strofe del suo pezzo alla situazione nella quale ristagnano le Aquile giallorosse! Ma se proprio vogliamo parlare di calcio e di questioni tecniche (chiedendo venia all’attuale DG che in un’intervista rilasciata proprio al sottoscritto parlò di gestione “monocratica” del fattore tecnico), agli attuali atleti non è stato mai dato un ruolo fisso degno di questo nome. Attaccanti che fanno i centrocampisti o addirittura gli incontristi; centrocampo alla camomilla e orfano di idee, difesa che a volte ce la fa, ma quando salta un minimo di concentrazione e applicazione, addio! Se non fosse stato per il solissimo Bueno e i suoi compagni di reparto (quale?) che si affannano a prender palla dalla difesa per scalare le arcigne (?) trincee avversarie… quanti punti avrebbe avuto il Catanzaro?

E al minimo riavvicinamento alla squadra, si contrappone ora un pericolosissimo crepuscolo di depressione che sta per affliggere anche i più ottimisti: 4-2-3-1 e ancora 4-5-1 e poi … ci viene il dubbio che il buon Domenicali voglia sperimentare sulla pelle, anzi, sulle penne delle Aquile, i dettami appresi in settimana durante le missions covercianesi, altrimenti non si spiega. Ci sarà anche carenza di organico, non c’è dubbio, ma ci sono anche giocatori sacrificati e se manca qualcuno (come il tecnico dietro le quinte ha lamentato) che lo stesso mister lo dichiarasse apertamente. Gli aziendalismi non hanno mai giovato a nessuna causa neanche alla vecchia signora (leggi serie B). Gli aziendalismi sono forieri di ottimi risultati solo nel momento in cui l’atteggiamento di cui sopra si associa ad una situazione solida e positiva del team. Quell’humus di tifoseria che timidamente stava cercando di farsi avanti per ricreare nuovi entusiasmi, ora si sente sotto shock e la società ha il dovere di dedicare attenzione.

Storie come tifosi perduti
che cambiano strada, se li saluti;
storie che non fanno rumore
come una stanza chiusa a chiave;
storie che non hanno futuro,
come un piccolo punto su un grande muro
dove scriverci un rigo
a una squadra che non c’è più.
Un anno in più che se ne va,
un tifoso stanco che nessuno ascolterà
per tutti quelli così come noi
senza trionfi, né grossi guai;
un anno in più che passa ,ormai,
con questo amore che non è bello come vorrei.

Sembra di assistere ad un film già visto, ad un film che si credeva oramai consegnato al passato, e invece rieccolo. Riecco lo stile “progetto”, riecco lo stile “mutismo”. E allora di che si parla? Di un presunto passaggio societario, ma anche il Kgb non ne sa nulla. Il polonio giallorosso avrà inquinato anche i tre colli. A tal proposito Tom Cruise sta già preparando “Mission Impossible 4 – Catanzaro’s mysteries”. Il film uscirà per …gennaio… nei migliori cinema ehm… stadi d’Italia (della quarta serie). Al film seguiranno fatti? Oppure sono solo “sniffate” di speranza facendosi forti delle molteplici concessioni della Turco?

Storie come anelli di “fumo”… … …
in un posto lontano, senza nessuno
solo una notte che non finisce mai.

Un anno in più che se ne va
dimenticato tra rumori di città,
per tutti quelli come noi
niente è cambiato e niente cambierà
(?????????????????????????????)
un anno in più che passa ormai
con questo amore che non è forte come vorrei.

 

Benevento attende le Aquile. L’ultima occasione, nel campionato di C1 2003/2004 che vide i giallorossi pareggiare per 2-2 dopo essere stati in vantaggio dopo appena un minuto di gioco con Biancone (gran colpo di testa) e pareggiare con Giorgio Corona, proprio sotto la curva dei tifosi Catanzaresi, impazziti dalla gioia. Tempi diversi, in cui neanche il peggiore dei pessimisti avrebbe pronosticato un futuro così buio. Si va a Benevento in una situazione totalmente diversa da allora, speriamo che i più ottimisti si diano da fare nella previsione di un futuro radioso che in questo momento sembra distare anni luce.

 

Giuseppe Mangialavori

Autore

Giuseppe Mangialavori

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