AMBIENTE- Scoperti rifiuti sotterrati e non riciclati

Cinque insediamenti industriali, terreni per 120 mila metri quadrati e otto camion, per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro, sottoposti a sequestro. E’ questo il risultato di un’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Catanzaro e del Nucleo operativo ecologico, che ha anche portato alla denuncia in stato di liberta’ di 21 persone.
Dalle indagini dei militari e’ emerso che uno dei cinque insediamenti industriali sequestrati produceva rifiuti organici dalla produzione di concimi biologici, una parte consistente dei quali, invece di finire nella lavorazione, e’ stata sotterrata in una collinetta che sorge nelle adiacenze dell’azienda dopo uno sbancamento abusivo.
A fornire i particolari dell’operazione sono stati il procuratore della Repubblica vicario di Catanzaro, Salvatore Murone, ed il comandante della Compagnia, magg. Davide Gianni’.
Nel corso dei controlli scaturiti anche da numerose segnalazioni di cittadini e compiuti anche con l’ausilio del nucleo elicotteri di Vibo Valentia, i carabinieri hanno individuato, nel territorio tra Catanzaro e Lamezia Terme, oltre all’azienda di riciclaggio dei rifiuti organici, anche quatto stabilimenti per la lavorazione di inerti e la produzione di calcestruzzo. Le quattro aziende, secondo l’accusa, scaricavano i fanghi derivanti dalla lavorazione nei fiumi Amato e Corace. Sarebbe stato quest’ultimo corso d’acqua, confluendo in mare nella zona del quartiere Lido, a provocare l’inquinamento del tratto dello Jonio antistante il capoluogo.
I carabinieri, nella loro opera di controllo, hanno anche individuato discariche abusive e fogne a cielo aperto. Tra i 21 denunciati ci sono i legali rappresentanti delle aziende sequestrate, oltre a privati e singoli cittadini. Sequestrato anche un parcheggio a Catanzaro, realizzato su una discarica abusiva. Un’altra discarica e’ stata scoperta nel rione Cavita.
Le aziende sequestrate sono la Seteco, la Cosma, la Senese, la Geim e la Mdn.
Le immagini registrate dall’elicottero dell’Arma e mostrate ai giornalisti hanno evidenziato i risultati degli smaltimenti illegali sui due fiumi le cui acque appaiono di colore marrone.
‘Questa operazione – ha sostenuto Murone – e’ diretta a prevenire il fenomeno dell’inquinamento, soprattutto marino, che poi si evidenzia durante la stagione estiva. Il nostro obiettivo e’ di estendere questi controlli, anche ai depuratori e a tal fine la Procura ha costituito una sorta di pool che si occupera’ dei reati ambientali costituito dai sostituti procuratore Antonia Salamida e Francesco de Tommasi. Il nostro intento – ha detto ancora il procuratore della Repubblica aggiunto – non e’ bloccare le attivita’ produttive ed industriali. Il blocco, piuttosto, e’ la conseguenza di una determinata condotta. Se le aziende si mettessero in regola non ci sarebbero problemi’.
Le indagini potrebbero produrre, anche a breve termine, altri importanti risultati. ‘Allo stato – ha proseguito il magistrato – stiamo perseguendo i reati ambientali, ma e’ chiaro che le indagini proseguono. Perche’, ad esempio, un’azienda che ricicla rifiuti organici, sotterra una parte degli stessi? Qui entra in gioco un altro discorso che e’ quello del businnes dei rifiuti, ma e’ tutto da verificare. Il nostro intento, inoltre, e’ anche quello di estendere gli accertamenti anche su chi dovrebbe controllare il rispetto delle normative ambientali ed accertare eventuali responsabilita’ anche di altri soggetti’.
Emanuele Amoruso

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