Bar Mangialavori

Ma nun me lassà. Nun darme stu turmiento!

Domenica da dimenticare:
brutto stop per i giallorossi; riprovevoli le violenze all’autogrill di Tarsia.
di Giuseppe Mangialavori

E il Sorrento batte il Catanzaro. La capolista non si lascia scappare l’occasione di conquistare gli ennesimi tre punti casalinghi e con un classico 2-0 rispedisce a casa Bueno & C.

Tutto questo fa rabbia, molta rabbia. L’assenza di Cunzi si è fatta sentire più del dovuto e come al solito l’eremita Bueno è stato lasciato troppo solo, orfano sia di suggerimenti degni di questo nome sia di un “aiutino” nel reparto avanzato. Risultato? Sconfitta senza attenuanti. Gli uomini a disposizione di Domenicali sono questi e con questi ingredienti dovrebbe farcela a raggiungere la zona playoff? Cinque i punti di ritardo da Benevento, Lamezia e Vibonese, cinque punti recuperabili, ma se si va avanti di questo passo, il Catanzaro al giro di boa rischierà di doversi guardare anche alle spalle.

 

E apriamo una doverosa parentesi di commento su quanto accaduto a Taranto l’anno scorso. I paragoni sono sempre relativi e la pregnanza degli stessi non è mai assoluta, ma l’anno scorso il Taranto proveniente da una situazione simile a quella giallorossa, a fronte di un inizio scandalosamente fosco, iniziò a recuperare terreno e a seguito di poderosi rinforzi e dopo una rimonta strepitosa, sigillò la promozione in C1 grazie ad un gol di un certo Pastore… alla finalissima playoff.

 

La classifica dice che al momento il Catanzaro è una mediocre realtà della C2 e a nulla possono valere gli alibi che potrebbe avere lo stesso Gela che, pur non avendo a disposizione capitali pari a sei miliardi delle vecchie lire, staziona solo soletto al terzo posto della graduatoria dietro Sorrento e Monopoli (due matricole provenienti dal CND). E’ vero che oramai nel calcio i valori sono livellati. Il Sig. Grosso, vero artefice della conquista del campionato del mondo, poco tempo addietro militava nel Chieti e un certo Corona ha fatto salti da gigante dal Brindisi, direzione Catanzaro, per arrivare nella massima serie e piazzarsi come capocannoniere nel campionato al fianco di personaggi che ciucciano il ditino e “pronunciano” malamente spot pubblicitari.

 

Urgono rinforzi in ogni reparto e con maggiore urgenza a centrocampo e in attacco. Wahab non riesce da solo a garantire tutta la qualità che dovrebbe avere un centrocampo che si rispetti e Bueno (modulo a parte) è oggettivamente troppo solo in avanti. Queste osservazioni macroscopiche non richedono patentino. Sono sotto gli occhi di tutti, addetti ai lavori e non. Catanzaro ed il Catanzaro non possono permettersi di essere mediocri. Forse sarebbe meglio essere pessimi!

 

La società e i tifosi (organizzati e non) invece di preoccuparsi di ripercorrere vie impervie del passato recente e non, e di acquisizioni di acronimi, simboli e locazioni varie, si preoccupassero di riacquisire dignità e rispetto. Ma quanto conta questo abito? E’ pur vero che il pallone d’oro viene dato a Cannavaro (ma che mondiale hanno visto?) privando Buffon del prestigioso premio perché ha accettato di militare in un team di serie B (seppur prestigioso). E la stampa e tutti gli opinionisti hanno giustificato storcendo timidamente il muso la decisione, proprio perché il Sig. Cannavaro milita nel Real! La Juventus al contrario è in B! Quale occasione per i guru ed espertoni per certificare e premiare l’attaccamento alla maglia? E invece, no. Il portierone azzurro resta dietro. Motivazione? Gioca in una squadra che milita in B. Non è questo il calcio che ci piace e i baracconi che stanno dietro non cambiano al cambiare del burattinaio! Gli ideali non sono schiavi dei simboli, ma è perfettamente il contrario (o così dovrebbe essere).

 

In classifica, alla pagina 218 del televideoRai, signori miei c’è scritto “CATANZARO”, punto e basta. Abbiamo capito, si o no? E se proprio ci vantiamo di appartenere alla progenie che ha tifato per il Catanzaro di Ceravolo, rispettiamo ricordi e persone agendo come loro avrebbero agito, altrimenti saremo solo dei bambinoni viziati. A tal proposito il massimo apprezzamento ai tifosi che ieri hanno “tentato” di seguire le Aquile in Campania. Apprezzamento insieme alla massima solidarietà alle vittime del fattaccio di ieri all’autogril di Tarsia . La demenza e l’inciviltà non hanno colori anche se ieri si sono abbigliati di biancoverde, domani chissà!

 

Onore e rispetto per chi ha lasciato la propria casa per recarsi con moglie e figli a tifare per il Catanzaro, disonore e frustrazione per coloro che hanno attentato all’incolumità di chi aveva chiesto di trascorrere una giornata tranquilla e forse si preoccupava più di incidenti “campani”, ma mai avrebbe osato immaginare di essere destinataria di tanta ignoranza e di tanta frustrazione. Da queste colonne, proponiamo ai Lametini di non limitarsi alle serrate commerciali. Che domenica prossima si faccia ammenda chiedendo scusa dal D’Ippolito. Non basterà, certo, ma almeno i tifosi della Vigor avranno l’opportunità di dire a tutti che i dementi che ieri hanno assalito il pulman giallorosso, sono dei malati mentali e perciò circoscrivere e isolare certa gentaglia. Non è giusto che per un’azione fatta da pochi, venga uniformata in un giudizio negativo un’intera comunità.

Un pericoloso silenzio, corrisponderà ad un silenzio/assenso.

 

L’Igea Virus, Benevento e Nocerina le prossime gare dei giallorossi. Un trittico niente male per sfoderare la personalità (ahiahiai Domenicali!!!) che a detta del Mister giallorosso manca ai propri uomini. La personalità, insieme al giuoco, sono elementi che proprio l’allenatore dovrebbe conferire ai propri atleti. La personalità di un team si ciba di quella dei singoli, ma non corrisponde ad una somma meramente algebrica delle personalità dei singoli stessi. La personalità del gruppo è un’entità unica e non è carino che il trainer abbia condannato quello che sarebbe dovuto scaturire dal suo lavoro. Per ora cartellino giallo con tiratina di orecchie allegata.

 

Non è dato più sbagliare, scaricare colpe o aggrapparsi ad alibi. Non è dato più rinviare la propria partecipazione offrendo ratealmente uno squallido e incolore mutuo di passione… i tassi (e non solo quelli della BCE…) potrebbero aumentare pericolosamente così tanto, da non consentire più la rimonta da tutti agognata.

 

Giuseppe Mangialavori

 

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Giuseppe Mangialavori

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