VILE ATTACCO – Tifosi lametini attaccano pullman catanzaresi

riceviamo da CNC e pubblichiamo.
 
Vi alleghiamo nostro comunicato in merito all’aggressione di questa mattina subita da famiglie catanzaresi da un gruppo di ultras della vigor nicastro. L’occasione ci è propizia per analizzare, dal nostro punto di vista, il degrado sociale vigente nella città della piana, per il quale auspichiamo una rinascita vera.

Chi può salvi Lamezia Terme!

Mai come in questo preciso momento storico, la cittadina della piana vive una situazione di degrado sociale e culturale che và ben oltre le bombe firmate dai clan mafiosi. Queste ultime sono servite  a puntare giustamente i riflettori su una condizione ormai insostenibile per le vittime del racket e per l’intera cittadinanza lametina; ma la situazione che oggi con infinita tristezza e con altrettanta obiettività registriamo è di gran lunga più grave: temiamo infatti che gli atteggiamenti dovuti all’incultura ed alla prepotenza possano contagiare in maniera subdola interi strati della popolazione di quella città, inquinando anche le menti ed i cuori di tanta gente per bene. A quest’ultima ci rivolgiamo in modo particolare affinché resista alla barbarie imperante imposta dai clan, ma anche e soprattutto perché sappia isolare con perentorietà quanti, pur non appartenendo a nessuna organizzazione malavitosa, ragionano – forse ingenuamente – con la cultura della prepotenza, pensando che un tale atteggiamento li riscatti e li esalti. In realtà ciò mette semplicemente in risalto l’ignoranza e la vigliaccheria di chi non avendo valide risorse nè mezzi intellettuali, crede di poter diventare migliore attraverso le vie più becere e la diffusione dell’odio.

Non ci stancheremo mai di ripetere, anzi lo ripeteremo con più fiato e con tutte le energie in nostro possesso, che qualsiasi idea basata sulla prepotenza, sulla rivalità esasperata, sulle divisioni e sull’odio fine a sé stesso, conduce inevitabilmente nel fare imboccare strade senza uscita.

I guasti di atteggiamenti simili non sono soltanto le bombe ai negozianti. Basti pensare cos’è successo domenica 19: nella stazione di servizio di Tarzia si ferma un pulman di tifosi catanzaresi composti anche da anziani, donne e bambini, per spezzare il viaggio che li avrebbe portati a Sorrento a trascorrere, con le famiglie, una giornata di sport ed a seguire la propria passione giallorosa. Peccato che queste tranquille famiglie catanzaresi non sapessero cosa li attendeva: una squallida imboscata da parte di una cinquantina di ultras della Vigor Lamezia che, incuranti di donne e bimbi, cominciano ad accanirsi con coltellacci e spranghe di ferro contro gli ignari nostri concittadini. Si è trattato di un atto delinquenziale allo stato puro. Il pulman viene distrutto. Molti catanzaresi finiscono all’ospedale di Cosenza, specialmente quelli che per difendere col proprio corpo le loro donne e i loro figli, hanno subito ferite in ogni parte del corpo.

Non è nostro compito entrare nella cronaca dell’atto vandalico e delinquenziale perpetrato da quegli animali che vagamente presentavano delle sembianze umane. Ma a parte le vaghe sembianze col genere umano, anche il più infimo degli animali potrebbe offendersi se li poniamo a paragone con quegli ultras vigorini.

Nonostante la gravità di quanto accaduto a Tarzia, la nostra riflessione e la nostra preoccupazione và addirittura oltre. Riteniamo infatti che a Lamezia Teme si stia per arrivare ad un degrado sociale e culturale che, se continuerà a diffondersi, consegnerà quella città alla perdizione. Siamo preoccupati che alle porte del capoluogo esista una situazione così deprimente e scoraggiante. Ma ora la società civile lametina deve intervenire sul serio: l’encomiabile sfilata di tanti giovani, a cui ha partecipato anche il Comune di Catanzaro ed anche il nostro movimento civico, non può essere bastevole. Lamezia ha bisogno di una rivoluzione culturale attraverso la quale l’atteggiamento arrogante e prepotente venga allontanato con decisività. Occorre mettere in campo massicce azioni di educazione civica che possano inculcare già ai bambini l’amore per le regole e la convivenza pacifica, trasformando in tabù tutto ciò che è figlio della prepotenza.

I fatti di Tarzia non sono “altro” rispetto alla prepotenza mafiosa. Il canone è identico: così come i mafiosi si fanno forti quando hanno di fronte gente per bene e disarmata, quegli ultras vigorini si sentivano dei leoni mentre aggredivano con coltellacci e spranghe di ferro donne, anziani e bambini. Si sentivano forti e tenevano il mondo in pugno! Erano i migliori, in quel momento, e ne erano fieri come sono fieri i mafiosi quando incendiano le attività di onesti imprenditori.

Quei fatti di Tarzia non sono “altro” rispetto all’odio seminato a Lamezia Terme contro la città di Catanzaro. Noi chiamiamo in causa quanti hanno sparlato e continuano a sparlare irresponsabilmente in toni negativi del proprio capoluogo, pur di giustificare la richiesta autonomista di una nuova provincia. Ora vogliamo chiedere il conto anche a costoro. Siamo stati troppi anni in silenzio lasciando sputare veleno a questa gente che dell’odio ha fatto la propria ragione di vita e con l’odio ha fatto crescere le giovani generazioni di Lamezia.

Un’antica e bella amicizia fra le nostre due città è stata buttata al vento attraverso semi di odio e di incomprensibile rivalità gettati sul terreno.

La violenza ultras di Tarzia e la peggiore politica non sono cose separate. Sono molto più semplicemente il braccio vandalico e la mente perversa. Per anni tanti giovani lametini sono stati invasati con sentimenti di inimicizia verso Catanzaro, una novità che ha colto di sorpresa sia la gente per bene della vicina città della piana, sia i catanzaresi ancora increduli di tanto astio.

I fatti di Tarzia ci fanno male. E ci fanno male proprio in questi giorni che il nostro movimento civico, assieme a tutti gli amministratori del capoluogo di regione, stanno prodigandosi con azione concrete rivolte ad aiutare la comunità lametina e le organizzazioni antiracket dopo la triste serie di atti intimidatori malavitosi.

Vogliamo, anzi pretendiamo che la gente sana abbia uno scatto d’orgoglio.

Lamezia Terme può essere salvata. Ma non si salverà con le invettive autonomistiche, né con le bravate ultras. Si salverà con la società civile che saprà inaugurare una nuova stagione e ricominciare da capo con i propri giovani, attraverso un reset totale. Qualcuno ha invasato i giovani lametini che il mancato sviluppo della loro città fosse riconducibile ad un’altra città, posta 30 chilometri più ad est! Forse è il caso di dire che il mancato sviluppo di Lamezia stà nell’aver creato falsi nemici e nell’aver taciuto i veri problemi. Com’è possibile che l’associazione antiracket sia costituita da soli 12 commercianti quando sono centinaia e centinaia le vittime di questo malaffare?

Sveglia Lamezia! Sveglia!

Il fattaccio di Tarzia fa male a noi catanzaresi ma siamo sicuri che farà molto male, ancora di più, proprio alla città che ha dato i natali a quei vandali. E’ un’ulteriore zappa sui piedi che i lametini si danno. A questo punto siamo certi che il sindaco Giannetto Speranza, il presidente della Vigor Cantafio e quanti ritengono di rappresentare le forze sane di Lamezia Terme, diano immediatamente un segnale forte. Siamo certi che lo daranno perché  conosciamo il valore morale di costoro. Ma siamo certi che gli stessi tifosi della Vigor avranno il coraggio di  umiliare ed isolare gli ultras che hanno commesso quegli atti delinquenziali.

Forse è il momento che ognuno faccia un esame di coscienza per comprendere quanto di suo ci ha messo perché si arrivasse a sputare tanto veleno e tanto odio contro Catanzaro.

Forse è il momento che  Lamezia  comprenda chi sono i suoi veri nemici.

 

 

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