Incontro evento con Marco Travaglio. Ulixes parla per i giovani di calabria

I giovani di Ulixes: Splendida pagina del centro studi Lazzati

Ma resta qualche ombra sulla conduzione del dibattito

Altra grande pagina dal centro Studi “Lazzati”e di quel lottatore straordinario che è il giudice Romano De Grazia. Marco Travaglio è pezzo da novanta che non risparmia considerazioni brillanti ed al veleno, capaci di stimolare alla riflessione ed indurre ad un pensiero vero e sincero sui mali di questa terra. Tanto più nella terra di Pitagora che è uno dei nodi più pervasi dal fenomeno criminale organizzato. La perla finale sull’insediamento della commissione antimafia, in cui l’emendamento della Napoli e di Licandro, volti ad eliminare dalla sua composizione i condannati per mafia, viene osteggiato da ogni membro e poi perfino sottomesso all’umiliazione dei 21 voti favorevoli in aula è il sintomo più autonarrante della confusione, dell’incomprensione, di una società che più che “matta”, sembra finita. Ulixes anche ieri c’è stata, complimentandosi e ricevendo pieno sostegno da Marco Travaglio nella battaglia per la democrazia e la legalità in Calabria. Il presidente Salvatore Scalzo, in un intervento deciso ha sottolineato che la democrazia è decisiva in Calabria per il ripristino pieno della legalità. E la democrazia significa valorizzazione della decisione del cittadino e tutela del momento elettorale. Dunque ripristino e allargamento degli strumenti democratici partecipativi (primarie, referendum) ed intervento deciso dello Stato a tutela dell’espressione sana e corretta del consenso: in questo si inseriscono a pieno il disegno Lazzati, l’idea di allargamnto delle sezioni elettorali, una infomazione corretta e capace di attività d’inchiesta. Grande però il pessimismo espresso, perché sulla regione è stato detto tutto lo scibile sulla drammaticità ed irrecuperabilità della situazione; ma esiste una tale distanza tra rappresentanti e rappresentanti e commistione bipartizan di interessi che è llecito davvero non farsi illusioni neppure sul rtorno alle urne. Così come su molti movimenti pro-legalità o democrazia, spesso inconsistenti, alla ricerca di protagonismo, portati a sentirsi altro o a maturare solo idee di sostituzione. Questo il punto. L’unica speranza è appellarsi alle forze sane ed una lenta e graduale costruzione d’un clima diverso. Perché il minestrone è talmente scadente che non è il caso di pensare a soffocarvi qualche forza rilucente.

Ma parliamo di ciò che non è piaciuto. Primo: una polemica inutile sollevatasi tra mderazione e presidente della provincia. Che lasciamo ai tavoli che competono.

Secondo punto nero e vero: Ulixes e dunque i giovani devono lottare per due minuti di intervento, nonostante le pressioni continue del giudice De Grazia.  Ci si appella al rispetto dei tempi ma si succedono in ordine due, tre amministratori comunali. Che si imbellettano di pompa magna, di spirito legalitario e fiducia nei giovani. Ma poi venderebbero la madre per parlare prima di loro, per non mollare il microfono e la scena. Sentono che i giovani hanno chiesto parola ma continuano a sciacquarsi la bocca. “I giovani cambieranno. Loro non ci meritano. Ci appelliamo alle nuove generazioni”. Secondo la vecchia regola che i giovani vanno citati ma mai indotti ad esplicita e dichiarata elaborazione. Alla fine con metà uditorio ecco Ulixes. E ci dite di essere ottimisti? E’ stata una cosa densa di amarezza. Confidiamo che si sia trattato solo di ritardo culturale e mentale. E non di altro. Ma certo è che c’è molto da lavorare. Abbiamo denunciato il tutto alla Sabina Guzzanti presente per un documentario prossimo sulla Calabria. Senza remore. Come sempre. Ma l’amarezza resta  Nel retropalco del bastione Crotonese ci siamo sentiti troppo soli. Si soli. E il grido è sempre rivolto ai giornalisti e giornali onesti e consapevoli anzitutto della loro funzione sociale. Agli uomini ed amministratori di buona volontà. “Mai lasciarci soli”. Ma davvero.

Perché non ci sarà sempre un De Grazia ad incazzarsi per farci parlare. E non sempre dei giovani incazzosi e non sempre un uditorio paziente. E non sempre una Calabria consapevole. Non sempre una Guzzanti in platea, con la telecamerina accesa.

Giovani, fuori o dentro i partiti?

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Redazione

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