TRUFFE – Indagine GdF, 14 mln ai danni di stato e EU

Una truffa pari a 13.995.543 di euro ai danni dello stato e  della comunita’ economica europea e’ stata scoperta dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro al termine di una complessa indagine durata circa tre anni. Nell’ambito della stessa inchiesta 15 persone sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello stato e della comunita’ per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche e altri reati a vario titolo. Tra le persone indagate l’amministratore pro tempore, componenti del collegio sindacale della societa’ ed altri imprenditori che hanno emesso fatture fittizie. Tra gli altri anche un funzionario di Sviluppo Italia Calabria, un funzionario di Fincalabria, nonche’ tre professionisti indicati dai due enti per le operazioni di collaudo.
Gli uomini delle Fiamme gialle, infatti, hanno accertato che la truffa e’ stata realizzata grazie al concorso dei funzionari e dei tecnici esterni che, preposti all’esecuzione dei controlli e delle verifiche e dei collaudi finali hanno rilasciato false attestazioni e perizie. I funzionari e i tecnici oltre che di truffa in concorso devono rispondere di falsita’ in quanto pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio. Protagonista della truffa una societa’ di Lamezia Terme, la ”Tml 15” S.r.l. che,  secondo quanto hanno spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa gli investigatori della Guardia di Finanza, che hanno agito su delega della procura della Repubblica di Lamezia Terme, per ottenere il finanziamento a fondo perduto, previsto sul fondo europeo di sviluppo regionale-programma operativo plurifondo 1994/1999, avrebbe presentato ”fittizi versamenti di capitale sociale, necessari per la realizzazione dell’investimento, facendo figurare l’accredito nella casse societarie assegni bancari ma effettivamente negoziati”.
Sempre secondo quanto hanno accertato gli investigatori del nucleo di polizia tributaria, la Tml, avrebbe utilizzato, per apportare per gli aumenti di capitale, risorse finanziarie non proprie dei soci, come previsto per regolamento, bensi’ risorse finanziarie provenienti da altro finanziamento agevolato e soggette invece a vinco di scopo”. E inoltre avrebbe rendicontato ”nelle richieste di erogazione e negli stati di avanzamento lavoro, costi privi della relativa documentazione giustificativa”. Ma avrebbe inoltre ”fittiziamente documentato costi, in parte non sostenuti, cocernenti la realizzazione di opere murarie e l’installazione di macchinari ed impianti mediante il sistema della sovraffaturazione”. Ma anche di avere ”distolto parte dei beni oggetto di agevolazione destandoli ad un uso diverso da quello previsto, giungendo finanche a locare ad altre societa’ dello stesso gruppo industriale, parte dello stabilimento e degli uffici realizzati con il finanziamento’. Ed infine di avere ”omesso di realizzare anche il piano occupazionale, assumendo un numero largamente inferiore di dipendenti agli 80 previsti nel piano”. Dalle indagini sarebbe emerso che la Tml avrebbe impiegato solo 30 dipendenti che ora  si trovano in cassa integrazione. Gli uomini delle Fiamme gialle inoltre hanno accertato che ”il reparto fonderia per la produzione di billette di alluminio non e’ mai entrato in funzione a pieno regime, funzionando solo nei primi due mesi, al solo fine di attestare l’inizio della attivita’ ai fini della erogazione del contributo. Gli uomini della Guardia di Finanza, infatti, ha accertato che dopo ”l’acquisizione della erogazione del contributo l’impianto e’ stato ”spento” con la conseguenza che la fase produttiva prevista non ha avuto mai attuazione, al pari del piano occupazionale previsto”.
La Tml, a sostegno di un programma di investimento di circa 12 milioni di euro ha beneficiato di due finanziamenti: il primo a fondo perduto dell’importo di oltre 11 milioni di euro, erogato da Sviluppo Italia Calabria e il secondo pari a un milione e 300mila euro erogato da Fincalabra in parte come ”partecipazione temporanea al capitale di rischio” dell’impresa beneficiaria, con l’acquisizione del 14% delle quote sociali, e in parte come ”prestito partecipativo”.
L’inchiesta e’ nata in seguito al rinvenimento di fatture per operazioni inesistenti, nel corso di una verifica fiscale nei confronti di una delle societa’ riconducibili al gruppo industriale di cui fa parte la Tml oggetto di indagine. La Tml in esecuzione di una ordinanza emessa dal Tribunale della Liberta’ di Catanzaro, su richiesta della procura della repubblica di Lamezia Terme, e’ stata posta sotto sequestro preventivo. Mentre al rappresentante della societa’ e’ stato notificato un provvedimento di interdizione che gli impedira’ a lui e alla societa’ di beneficiare di agevolazioni, finanziamenti o contributi pubblici.

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Redazione

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